La parodontologia è la branca della odontoiatria che studia i tessuti del parodonto e le patologie a esso correlate. Il parodonto è costituito da gengiva, osso alveolare (osso più adiacente alla radice del dente), cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice del dente) e legamento parodontale. La parodontologia, quindi, si occupa di tutti di tutti quei tessuti che garantiscono, in condizioni di salute, la stabilità dentale. La parodontologia si occupa anche delle malattie che interessano il parodonto, che vengono chiamate malattie parodontali o parodontopatie o, ancora, piorrea, termine molto utilizzato a livello popolare. Attualmente la parodontite in Italia rappresenta la prima causa di perdita di denti. Con il progredire della malattia la possibilità di recupero diventa più difficile e richiede trattamenti più complessi, finalizzati alla rigenerazione ossea. La causa di tale patologia sono esclusivamente i batteri, ma il tutto è aggravato da fumo, malattie sistemiche e malocclusioni. Fondamentalmente se ne riconoscono quattro tipologie:
- cronica;
- aggressiva;
- associata a malattie sistemiche;
- necrotizzante.
Questa malattia può colpire anche bambini e adolescenti ed è prevalentemente dovuta a un batterio, l’actinomycetemcomitans, e può essere favorita da una anatomia dentale e/o dento-scheletrica anomala, compresa una scarsa igiene. Può guarire dopo opportuno trattamento meccanico, ablazione, courtiage gengivale, antibioticoterapia e ripristino di corretta igiene orale domiciliare. I sintomi della parodontopatia risultano essere inizialmente piuttosto subdoli, essendo indolori e non evidenti. Campanello di allarme possono essere il sanguinamento gengivale durante lo spazzolamento, il gonfiore gengivale e l’alitosi. Sintomi più seri sono gli ascessi parodontali, lo spostamento e la mobilità dei denti. La diagnosi, soprattutto iniziale, è a carico dell’odontoiatra, il quale oggi ha a disposizione due test: il test genetico salivare e il test microbico eseguito sul fluido parodontale. Dopo la formulazione di una corretta diagnosi, il paziente passa attraverso una prima e iniziale terapia, definita “prima fase” o terapia causale (ablazione, courtiage gengivale, levigatura a cielo chiuso). Successivamente, se necessario, il paziente sarà sottoposto a eventuali terapie secondarie, perlopiù chirurgiche, non perdendo mai di vista il controllo dello stile di vita e la possibile presenza di malattie sistemiche quali, ad esempio, il diabete. Ausilio efficace può essere il trattamento omeopatico.