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Gli impianti devono essere ancorati all’osso mascellare o mandibolare proprio come i denti naturali. Se il volume osseo del paziente è insufficiente è comunque possibile ricorrere all’implantologia grazie alle tecniche di incremento osseo, sempre previa accurata anamnesi sullo stato di salute e di ritardo diagnostico fondamentalmente per sottovalutazione del problema da parte del paziente.

Ad oggi, per i trattamenti ortodontici, oltre a ricorrere ai comuni presidi terapeutici tradizionali, si possono utilizzare tecniche definite “invisibili”. Oltre a un utilizzo di apparecchi linguali e/o brakets in ceramica, la vera nuova frontiera, che soddisfa l’esigenza di molti pazienti disposti al trattamento purché venga salvaguardata l’estetica…

Il laser può essere utilizzato in odontoiatria sia per trattare le patologie dei tessuti duri (carie, sbiancamento, desensibilizzazione, endodonzia), sia per le patologie dei tessuti molli (parodontologie, chirurgia orale, herpes labiale, afte). Gli interventi chirurgici odontoiatrici eseguiti con l’ausilio del laser sono più veloci, presentano un minimo o totalmente assente sanguinamento, non necessitano, a parte rari casi, di sutura. 

F.A.Q.

La carie nella sua fase iniziale non provoca sintomatologia quali sensibilità o dolore e, comunque, molto dipende dalla soglia soggettiva del dolore. Il primo indizio che può indicarci la presenza di una carie è la comparsa di una macchia scura sullo smalto del dente. Ma anche le macchie dentali, alterazioni del colore dello smalto o pigmentazioni da agenti esterni, si manifestano in maniera analoga, per questo motivo il mio consiglio, e non solo il mio, è di programmare una visita semestrale con il proprio dentista di fiducia e, magari, approfittare per sottoporsi a una seduta di igiene orale professionale.

L’inserimento di impianti dentali avviene attraverso l’esecuzione di un più o meno semplice intervento chirurgico, assolutamente indolore, grazie a una anestesia locale la cui efficacia è sempre più certa e predicibile, attraverso farmaci maggiormente efficaci e sicuri. È possibile, inoltre, ricorrere alla sedazione cosciente che, oltre a garantire una sensazione di rilassamento, dona una sorta di “dissociazione” spazio-temporale, che non fa percepire ciò che sta accadendo, con il grande vantaggio di tornare perfettamente normali alla fine della somministrazione dei farmaci. Occorre sottolineare come moderne tecniche chirurgiche, quali l’impianto post estrattivo immediato, la tecnica flapless e l’implantologia computer guidata, hanno ridotto, se non del tutto azzerato, la sintomatologia post-operatoria.

Occorre, innanzitutto, precisare che il trattamento professionale di sbiancamento dentale è molto più duraturo rispetto ai metodi fai da te, domiciliari, alcuni dei quali possono risultare eccessivamente aggressivi e, quindi, dannosi lesionando lo smalto e generando sensibilizzazione. Tra i metodi professionali il più avanzato risulta essere quello effettuato mediante il laser a diodi che, consentendo di ridurre al minimo la quantità di sostanza sbiancante da utilizzare e i tempi di applicazione della stessa, risulta essere praticamente del tutto innocuo, cosa che consente di avere un risultato stabile fino a tre anni.

Lavare correttamente i denti tre volte al giorno contribuisce in maniera fondamentale a mantenerli sani e “bianchi”. Abbiamo bisogno di utilizzare alcuni presidi fondamentali:

  • spazzolino manuale, associato o meno ad uno spazzolino elettrico, o uno spazzolino sonico che, oltre all’azione meccanica delle setole, associa l’efficacia dell’azione fluidodinamica che si basa sulla generazione di microbolle di ossigeno, dovuta al movimento delle setole, che rende l’azione detergente ancora più delicata in quanto la setola non agisce direttamente sulla superficie del dente per sfregamento;
  • dentifricio al fluoro a meno di alcune limitazioni dovute alla quantità di fluoro ambientale o della presenza di impianti dentali;
  • filo interdentale non cerato o in PTFE super floss;
  • scovolino;
  • collutorio.

Esistono anche altri presidi manuali o elettrici che, pur non essendo “fondamentali” possono essere di valido ausilio per alcuni soggetti. Premesso che, date queste informazioni di base, sarebbe meglio che il paziente venisse istruito dall’odontoiatra o dall’igienista dentale durante una seduta di igiene professionale, proverò a soffermarmi sui movimenti più corretti da effettuare durante lo spazzolamento ricordando che lo spazzolamento post pasti deve avvenire almeno 30 minuti dopo il termine degli stessi per evitare di distribuire in zone più nascoste agenti dannosi. Occorre spazzolare prima la parte linguale dei denti inferiori, essendo la più difficile da pulire, poi quella palatale dei denti superiori, successivamente le esterne, quelle rivolte verso le guance, dette vestibolari, ed infine le superfici masticanti dette occlusali. Uno spazzolamento corretto ha una durata tra i 3 e i 5 minuti. Occorre evitare movimenti troppo energici e orizzontali, non serve la forza per lavare bene i denti. I movimenti devono essere verticali cercando di far penetrare le setole anche negli spazi interdentali. Lo spazzolamento deve avvenire con un movimento verticale rotatorio partendo con lo spazzolino orientato a 45 gradi dal bordo gengivale verso la parte masticante del dente stesso.

La sedazione cosciente può essere praticata, rivelandosi molto utile, con pazienti odontofobici, ansiosi, cardiopatici, ipertesi, epilettici, portatori di handicap perchè in grado di ridurre gli effetti negativi di stress e forti emozioni. Praticamente innocua, nel mio studio viene comunque praticata da un anestesista anche qualora si decidesse di usare il protossido di azoto, anestesista che pretendo essere presente anche durante la chirurgia neonatale, frenulectomie e risoluzione chirurgica delle anchiloglossie mediante laser, la cui anestesia viene effettuata mediante l’uso di pomate da applicare localmente. Mi preme sottolineare come nel mio studio il trattamento del paziente autistico, del paziente psichiatrico e neurologico venga supportato dall’uso di un presidio generante opportune onde elettromagnetiche, FasciaMenteCare, che si è rivelato miracoloso.

Di norma si consiglia di sottoporsi ad una pulizia professionale dei denti una volta ogni sei mesi per i soggetti “sani”. Per chi è affetto da infiammazioni ricorrenti o da parodontopatie dovrebbe essere effettuata ogni tre mesi e, nei casi più gravi, anche mensilmente.

Il bite è una placca occlusale in resina acrilica che ha la funzione di risolvere i problemi dell’apparato stomatognatico, masticatorio e non solo, legati al digrignamento dei denti, alla dislocazione mandibolare, alla malocclusione dentale e al russamento. Il bite risulta essere di fondamentale importanza nel contribuire a risolvere problematiche relative alla postura essendo, la stessa, condizionata dalla testa e dalla muscolatura della masticazione e del collo che sono in stretta relazione tra loro e interagiscono direttamente con la muscolatura delle spalle. Nel mio studio si realizzano, inoltre, bite prestazionali destinati allo sportivo professionista, allo sportivo dilettante, al fine di aumentarne le prestazioni, e a chiunque necessiti di ottimizzare i propri sforzi o il proprio livello di attenzione.

Il primo controllo della bocca di un bambino andrebbe effettuato al momento del parto dal pediatra di riferimento, sarebbe raccomandabile, infatti, venissero visionati i frenuli labiali e linguale che potrebbero presentare delle malformazioni limitanti la suzione. Verrebbe, in tal caso, compromessa la normale alimentazione. Inutile sottolineare che, al momento del parto, deve essere diagnosticata e gestita la eventuale presenza di palatoschisi o labiopalatoschisi. Successivamente, in età pediatrica (dai tre anni), sarebbe consigliabile un controllo annuale con lo scopo di monitorare la crescita scheletrica, dento-scheletrica e la corretta respirazione. Un cammino precoce di interazione con il dentista favorirebbe, inoltre, un rapporto sereno con una figura per i bambini difficile da accettare.